Buon pomeriggio a tutti! Per questo mese
l’appuntamento del mercoledì con la rubrica
Wonderful Quotes non ci sarà perché
cederà il posto a ben tre speciali che ruotano intorno al giveaway in corso sul
blog. Citando un’espressione di Bianca che ha usato mentre parlavamo
dell’iniziativa, oggi do il via al secondo post a tema dedicato a questo
“mese
della tavola rotonda” (
qui il primo post con le citazioni dal libro). L’idea di questi tre post, che usciranno nel corso di queste
tre settimane, nascono dalla mia mente iperattiva unita a quella della mia
amica Faith e spero che apprezzerete questi piccoli approfondimenti ;)
L’articolo di oggi verterà su “LA LEGGENDA DI RE ARTÙ”.

Riassumere
in poche righe tutte le informazioni che parlano di questa figura storica e
mitologica sarebbe praticamente impossibile, quindi ho pensato di fornirvi un
piccolo schema riassuntivo che spero vi permetterà di muovervi più facilmente
in una delle più grandi e più discusse leggende europee.
Quando si parla di Artù, verità e mito sono elementi che si
legano tra loro in maniera inestricabile. Che si tratti di un capo militare
della Britannia, vissuto tra V e VI sec d.C., o che si tratti di una figura di fantasia
ispirata ad un personaggio realmente esistito, RE ARTÙ assume un ruolo chiave
in tutto l’immaginario medievale, ma anche moderno.
Dopo aver passato al setaccio numerose informazioni, le
notizie che ricorrono maggiormente vedono Artù come l’emblema del monarca
ideale, sia in pace che in guerra. Figlio di Uther Pendragon, leggendario
sovrano della Britannia, e Ygraine di Cornovaglia, viene considerato un eroe
nazionale e le sue gesta sono diffuse dai cantastorie non solo in Gran Bretagna
ma anche in terre lontane. È colui che sconfigge i nemici Sassoni, unifica il
proprio paese, costituisce un governo ideale a Camelot e per finire fonda l’Ordine
dei Cavalieri della Tavola Rotonda. In lingua celtica il nome “Artù” significa ORSO,
simbolo di forza, stabilità e protezione, qualità che rispecchiano la caratterizzazione
di questo personaggio in tutte le leggende.
Ancora bambino viene affidato alle cure di MERLINO, anch’essa
figura enigmatica e controversa, ma generalmente considerato un mago, un
profeta e successivamente consigliere e protettore del giovane Artù. Secondo
alcuni è grazie ad un suo incantesimo che si deve il concepimento di Artù, sortilegio
che ha permesso a re Uther di cambiare le sue sembianze in quelle del marito di
Ygraine, diventandone l’amante e sposandola dopo la morte del primo marito.

Artù ottiene il trono estraendo una
spada da una roccia, un’impresa
che avrebbe potuto compiere solo “colui che è il vero re”, inteso come l’erede
di Uther Pendragon. Una seconda leggenda narra che sia stata la
DAMA DEL LAGO a
donare
Excalibur, una spada magica ad Artù, dopo che egli era già re, mentre in
base ad altre storie sembra che Artù sia riuscito ad estrarre la spada dalla
roccia, ottenendo così il diritto a diventare re, ma che l'abbia gettata via
dopo che, tramite essa, uccise accidentalmente un suo cavaliere. Merlino allora
gli consigliò di trovare una nuova lama, cosa che succede quando Artù riceve la
spada direttamente dalle mani dalla Dama del Lago, rinominata "Excalibur"
come la precedente estratta dalla roccia.
GINEVRA, figlia di un re, è una fanciulla di straordinaria
bellezza, citata in diverse opere del ciclo arturiano, con lineamenti leggeri,
capelli scuri, occhi verdi e ben proporzionata. Amata sposa e regina di Artù, fu
amata con passione dal
primo cavaliere della Tavola Rotonda,
LANCILLOTTO, l'uomo senza macchie
e votato più di ogni altro cavaliere al suo sovrano e alla sua missione. L'amore
clandestino tra la regina e il primo cavaliere macchiò quest’ultimo, immacolato
fino a quel momento, del peccato più grande: il tradimento verso il suo signore
e verso Dio,e che causò la distruzione di quell'insieme di ideali di coraggio e
di lealtà che avevano dato vita alla Tavola e al pacifico regno di Camelot.
Solitamente viene dipinta come una donna frivola e civetta che non esita, per
la propria vanità e lussuria a rovinare non uno,ma due eroi e a lasciare il suo
regno nella rovina ed in preda alle aggressioni del nemico.
Secondo una prima tradizione MORGANA fa parte di un gruppo
di nove fate (a loro volta di tradizione celtica) che vivono ad Avalon e aiuta
Artù a guarire dalle sue ferite mortali. Nelle narrazioni successive Morgana è
la nipote o la sorellastra, da parte di madre, di Re Artù, con cui concepisce Mordred, e assume connotati sempre più negativi, fino a diventare l'implacabile nemica
del sovrano, di Merlino e dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Nelle opere tardo
medioevali, dimenticate le origini semidivine, viene presentata come una
perfida seduttrice, tanto bella quanto malvagia.

Per quanto riguarda la figura di
MORDRED vi sono numerose
leggende, che differiscono notevolmente tra loro.
C’è chi lo vede come nipote e
figlio adottivo di Artù (figlio di sua sorella Anna)
e chi come figlio
illegittimo di Artù e della sorellastra Morgana (oggi l’opinione più diffusa). Al
tempo della campagna di Artù contro i romani, Mordred spinge la regina Ginevra all'adulterio,
usurpa il trono al re e si riappacifica con i Sassoni, da sempre nemici di Artù
e da lui sconfitti. Una delle tradizioni
narra che, al ritorno dalla guerra, Artù lo sfida presso il fiume Camel in Cornovaglia e
lo uccide. A sua volta ferito mortalmente da Mordred, Artù muore e viene
sepolto ad Avalon. Un altro racconto lo vede sopravvissuto allo scontro con
Artù, ma catturato da Lancillotto, che uccide Ginevra, colpevole del tradimento
sia di Artù che del suo regno. Mordred viene incarcerato dal primo Cavaliere insieme
al cadavere di Ginevra e in prigione morirà di fame dopo aver divorato il corpo
di lei.