Buongiorno, ragazzi! Ieri ho fatto l'esame e l'ho passato. Menomale me lo ha corretto lì per lì così oggi non sono dovuta tornare all'università per registrare il voto. Ci sono andata, ma con la bronchite perché sono sempre malata e quando sono tornata da Pisa stavo peggio che mai. Stamani mi fa pure male un orecchio dal tanto tossire ='( Uffa, estate arriverai mai?!? Vi ho già detto quanto odi il freddo, la pioggia e la cattiva stagione??? Io voglio il caldo e il sole!
Comunque adesso la smetto di lamentarmi e vi lascio al mio pensiero su una delle mie ultime letture: "The Sin Eater’s Daughter" di Melinda Salisbury.
The Sin Eater's Daughter #1 [eng]
Editore: Scholastic Press
Prezzi: QUI
Pagine: 336
Trama: Sono l’arma perfetta.Uccido con un singolo tocco.
Twylla è benedetta. Gli Dei l’hanno scelta per sposare un principe, e governare il regno. Ma il favore degli Dei ha un prezzo. Un veleno mortale pervade la sua pelle. Coloro che fanno arrabbiare la Regina devono morire sotto il tocco fatale di Twylla. Solo Lief, una nuova guardia, riesce a vedere oltre l’agghiacciante ruolo di Twylla la ragazza che veramente è. Eppure, in una corte cos pericola e con una Regina come quella, alcune verità non dovrebbero essere svelate (Tradotta da me).
Il mio
pensiero: Non ricordo proprio come questo libro sia finito nella mia
wishlist. Forse lessi qualche recensione in giro sul web o forse no, ma credo
che il motivo principale sia dovuto alla splendida cover, che mi ha attratta
fin da subito. Si tratta si un libro fantasy uscito in America nel maggio del
2015, mentre ora nel 2016 uscirà il seguito “The Sleeping Prince”, altro libro
con una cover fantastica. Non sono ancora ben riuscita a capire se si tratti di
una duologia o di una trilogia , ma appena scoprirò di più ve lo farò sapere.
Ma di cosa parla “The Sin Eater’s Daughter”, vi
chiederete? Riassumere la trama in poche righe e in maniera semplice è davvero
difficile, se non addirittura impossibile. Twylla, la protagonista, è
l’incarnazione della figlia di due divinità locali e per questo le è stato
concesso il potere della vita e della morte. Quello della vita le permette di
sopravvivere al veleno che una volta al mese deve bere, mentre quello della
morte fa sì che tale veleno permei la sua pelle e quindi chiunque venga in
contatto diretto con essa muoia quasi all’istante. Questo ha fatto sì che la
regina l’accogliesse al castello e facesse di lei un’arma, ma anche un simbolo
di speranza per il popolo. Simbolo che indica che le divinità sono ancora con
gli uomini e non li hanno abbandonati. Ma Twylla è in primo luogo anche la
figlia della Mangiatrice di Peccati (nome che ha determinato il titolo stesso
del libro) e ho trovato davvero affascinante questa figura. Non tanto per ciò
che rappresenta e la sua funzione (quando una persona muore i familiari devono
disporre un banchetto a cui la Mangiatrice di Peccati è invitata e se mangerà tutto
ciò che le viene dato allora i peccati del defunto saranno espiati e l’anima
potrà trovare la pace, altrimenti dovrà vagare per l’eternità) ma per tutto ciò
che sta dietro a quel meccanismo. Perché ogni cibo presentato a banchetto ha un
suo significato. I vari ingredienti, il modo in cui sono mescolati e cucinati
rappresentano un peccato in particolare. Ho trovato la scelta del titolo molto
bella e significativa, anche se un tantino inquietante a pensarci troppo. Ma il
libro si può riassumere proprio così. Twylla infatti, per buona parte della
storia non ha un’identità propria. Da piccola è sempre stata “la figlia della
Mangiatrice di Peccati” e ora “l’incarnazione di Daunen, la figlia delle due divinità”. È sempre
stata considerata dagli altri, ma soprattutto da se stessa, solo per il ruolo
che svolge e non per la persona che è. Nei primi capitoli troviamo infatti una
ragazza rassegnata al suo destino, schiava delle responsabilità e delle
aspettative che gli altri hanno su di lei. Prigioniera del suo potere e delle
conseguenze che da esso derivano, è passivamente soggetta a tutto ciò che la
coinvolge perché non ha possibilità di scelta. Più ci addentriamo nella storia
e più le vicende si fatto intricate e complesse. Segreti, inganni e astute
macchinazioni politiche finiscono per travolgere la vita di Twylla stessa. Più
la storia si evolve e più lascia tracce profonde anche nella nostra
protagonista, tanto che l’intero libro finisce per rappresentare un punto di
svolta nella vita della ragazza. Esso rappresenta infatti l’affermazione della sua
indipendenza, l’acquisizione di una propria identità, rivendicata per se stessa,
e la ricerca di un posto nel mondo per quello che lei è e non per ciò che
rappresenta per gli altri. Ma più di tutto Twylla capisce che nella vita si
hanno sempre delle scelte da poter fare. Anche quando si crede di non aver
alternative, dentro di noi una scelta la compiamo comunque, che avvenga
consapevolmente o inconsapevolmente. La rassegnazione stessa è una scelta.
Ben delineati sono anche gli altri personaggi, in
particolare la regina, che ho trovato uno dei migliori. Le figure maschili di
questo racconto mi hanno incantata e confusa al tempo stesso. Confusa nel senso
che l’autrice è riuscita a mascherare molto bene particolari aspetti del loro
carattere e più di una volta è riuscita
a stupirmi con scene ad effetto e svolte nella storia a sorpresa.
Il mondo creato dalla Salisbury mi è piaciuto
molto. Ha ideato una tipica società fantasy in cui il territorio conosciuto è
suddiviso in vari regni, ognuno dei quali è caratterizzato da un ambiente
geografico distinto e da una lunga storia nazionale diversa. Ma quello che più
mi è piaciuto è stato il tessuto di credenze, tradizioni e leggende presenti
nel racconto e che per certi aspetti differiscono da regno a regno. La visuale
che abbiamo noi è quella Twylla, perciò abbiamo modo di conoscere nello
specifico solo le tradizioni del luogo in cui vive e ciò di cui lei viene a
conoscenza su quelle degli altri paesi. Il World building credo sia infatti la
parte migliore del racconto e non mi dispiacerebbe affatto poter leggere tutte
le varie leggende e tradizioni in un’unica novella a sé.
Concludo con un piccolo appunto sulla lingua. Lo stile
dell’autrice è molto scorrevole e il livello di difficoltà dell’inglese è
basso. L’unico elemento che più dare
qualche problema è il breve lessico relativo alle erbe officinali presenti qui
e là, ma è davvero poca cosa e, oltre ad esserci tutte le giuste traduzioni sul
vocabolario, non incide sulla comprensione del racconto.
4 cristalli
Il libro non lo conoscevo però dalla tua recensione mi ispira tantissimo, quindi me lo segno *-*
RispondiEliminaFelice di avertelo fatto conoscere allora :D
Eliminase mai volessi cimentarmi nella lettura in lingua lo tengo presente, grazie
RispondiEliminaVai, questo è proprio un buon punto di partenza ;D
EliminaMi dispiace per la bronchite! Spero che tu ti rimetta presto! ^_^ E complimenti per l'esame!!! *_*
RispondiEliminaIl libro mi ispirava già prima, ma adesso sono davvero curiosa, spero di riuscire a leggerlo presto :)
Ciao! Sì, adesso sto molto meglio :) Grazie!
EliminaSono curiosa di sapere come lo troverai, allora. A me è piaciuta molto la mitologia all'interno della storia :)
Congratulazioni per l'esame! :D Per quanto riguarda la recensione, concordo pienamente con tutto ciò che hai detto!Anch'io ho adorato questo libro, soprattutto per la mitologia creata dall'autrice, e non vedo l'ora esca il sequel *__*
RispondiEliminaGrazie Juliette :)
EliminaVerissimo, la mitologia mi ha lasciato davvero a bocca aperta. Davvero complessa e intrigante! Pure io non vedo l'ora che esca il seguito ^-^
Ho questo libro anch'io e spero di leggerlo presto.. Mi sembra davvero carino! *_*
RispondiEliminaSpero che riuscirai a leggerlo presto allora! è una lettura molto carina, sorprendente e diversa da quello che uno potrebbe pensare dalla trama. Io ho adorato l'ambientazione e tutta la parte mitologica, con le sue leggende davvero affascinanti :)
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