mercoledì 17 settembre 2014

Wonderful Quotes #10 (The Hunt)

È una rubrica ideata da me, a cadenza settimanale, in cui vi propongo alcune citazioni che più mi sono piaciute di un libro che ho particolarmente amato.

Buon pomeriggio cari :) Sono appena tornata a casa dopo essermi andata a tagliuzzare i capelli. Dopo mesi che non li spuntavo neanche un po', avevano urgente bisogno di un bel trattamento ricostituente, poverini. Gli ho tagliati di ben 5 cm, ma li ho ho ancora lunghissimi e visto che ricrescono alla velocità della luce, non mi sento affatto traumatizzata XD
Ma veniamo a noi... le citazioni che vi lascio oggi provengono da un distopico un po' particolare, che al contrario di ogni mia aspettativa mi è piaciuto molto (anche se non alla follia). "The Hunt" di Andrew Fukuda, la mi ultima lettura.


Scheda libro QUI
Le urla mi assalgono i timpani, minacciando di ridurli in frantumi. Non coprirti le orecchie! Non coprirti le orecchie! Faccio l’unica cosa possibile: sollevo la testa, alzo gli occhi verso le travi del soffitto e urlo. Per il dolore, per l’orrore che so che si sta compiendo. Il mio urlo si unisce agli altri che mi circondano. Per qualche istante, mi riempie le orecchie, copre tutti gli ululati da sciacallo e da iena che si levano intorno a me. È quello che voglio. Liberarmi dalle loro urla solo per quei pochi istanti.

«Su, ammetterai che è buffo», mi dice. Il suo viso è tutto abbandono e semplicità mentre mi guarda. Ha un sorriso negli occhi, sul naso, sulla bocca, sugli zigomi, sulla fronte, e tutto questo si riversa fuori, contagioso, verso di me, oltre me, riempiendo il mondo come il sole. Scoppia in una risata dolce, chiudendo gli occhi in una gioia assoluta. E, di punto e in bianco, qualcosa sgorga da me. Credevo di averla perduta irrimediabilmente tanto tempo fa. Una risata si scioglie, gutturale e roca per la desuetudine, esplodendo attraverso le mie corde vocali atrofizzate. E la mia faccia – non c’è un altro modo per descriverlo – si squarcia come il guscio incrinato di un uovo sodo. Un sorriso mi increspa la bocca da una parte all’altra, spargendosi su tutto il viso. Sento pezzi della maschera cadere come scaglie di vernice secca che si staccano da un muro. Rido più forte.

Ricordo ancora cosa provai quando mi tolse di mano il libro illustrato di mia sorella. Non feci resistenza, ma sentire che mi scivolava dalle dita mentre mi veniva strappato per poi essere gettato nel fuoco mi diede l’impressione di aver perso qualcosa per sempre. Ce ne andammo un’ora dopo, quando ormai del fuoco (o dei libri) non rimaneva che tizzoni morenti e cenere grigia. Come mio padre, grigio e cinereo, il suo fuoco interiore soffocato e spento. Subito prima di attraversare la radura, tornai indietro a prendere i sacchi che avevamo dimenticato. Giacevano a terra, proprio accanto al mucchio di cenere. Mentre mi chinavo a prenderli, mi venne in mente una cosa: soffia delicatamente tra le braci come avevo visto fare a mio padre. Cenere sottile si sparse nell’aria e mi entrò negli occhi. Ma subito prima di chiudergli, lacrimando per il bruciore, vidi un minuscolo bagliore in mezzo alla cenere. Rosso, arancione, la scintilla di una brace che rinasceva. Era una goccia del sole di giugno in un mare di cenere grigia. 

4 commenti:

  1. Domani anch'io dal parrucchiere, Valy ♥ Comunque la seconda parte che ci hai riportato è bella... soprattutto l'ultima frase!

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    1. Ahah =D questo è proprio il periodo allora ;)
      Sì, la seconda piace molto anche a me, è una delle mie preferite :)

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  2. ok altro libro che mi aspetta in libreria e che devo spicciarmi a leggere, belli i pezzi scritti, mi hanno colpita

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    1. Non avevo grandi aspettative, anzi, la trama non mi faceva impazzire, però me ne avevano parlato bene e così mi sono decisa a dargli una possibilità..Per fortuna! Ora non vedo l'ora di leggere il seguito :D

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