lunedì 21 agosto 2017

What's on my Bedside table? # 60 (Our Dark Duet)

È una rubrica ideata da me, in cui, ogni lunedì, vi mostrerò quale libro si trova sul mio comodino.

Buon pomeriggio! Avevo scritto per metà questo post la scorsa settimana a casa e lo sto completando adesso sulla spiaggia (perdonare dunque gli eventuali errori di battitura che sicuramente ci saranno, ma quando scrivo post o comment dal cell me ne sfuggono un sacco XD). Come molti di voi anche io questa settimana sono in vacanza al mare e questo è l'unico post che sono riuscita a (mezzo)programmare perciò dopo oggi ci rileggeremo dalla prossima settimana. In compenso però ho più tempo per gironzolare sui vostri blog e lasciare dei commenti ;)

Scheda libro QUI
SUL MIO COMODINO C’È...“Our Dark Duet” di Victoria Schwab, secondo capitolo della duologia Monsters of Verity. Il primo libro, “This Savage Song” è arrivo anche in Italia, con il titolo “Questo canto selvaggio”, giusto un paio di mesi fa grazie alla Casa Editrice Giunti, che ha scelto di mantenere la bellissima cover. 

SONO A... pagina 139. Purtroppo sto andando mooolto a rilento perché non riesco più ad entrare in sintonia con questa storia. Il primo mi era piaciuto moltissimo, sia per la sua ambientazione che per la grande originalità della storia. Ciò che più mi aveva colpito erano però i personaggi, August in particolare. Un Mostro che dentro era più umano della maggior parte degli Esseri Umani. "Our Dark Duet" riprende sei mesi dopo il momento in cui si era concluso l'altro e adesso l'ordine precario in cui verteva la vita a Verity è completamente infranto. Qui seguiamo il PoV di August e di Sloan, mentre la visuale sul mondo creato dalla Schwab si amplia grazie al PoV di Kate che si trova a Prosperity. Non so, probabilmente non riesco ancora a prendere il ritmo proprio perché i due è come se vivessero due vite e due storie completamente separate. Magari quando i loro percorsi si incontreranno nuovamente leggerò di nuovo con più interesse. 

È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... l’ho acquistato subito appena uscito alcuni mesi fa e a luglio lo avevo anche iniziato, ma evidentemente quello non era il momento giusto poiché la storia non riusciva a prendermi. Un po’ non ricordavo granché del primo libro, un po’ leggere in estate di un’ambientazione così cupa non  mi andava granché giù, fatto sta che non sono riuscita a continuarlo e l’ho messo in pausa fino ad un momento in cui sarei stata più ispirata, ovvero questo (spero XD). 

Avete letto il primo? Cosa ne pensate  della storia? Oppure state seguendo la serie in lingua come me e avete già divorato anche il secondo?  Questa scrittrice tra l’altro ha all’attivo numerosi libri (a casa infatti da leggere ho anche “A Darker Shade of Magic”), chi di voi lo ha letto?

venerdì 18 agosto 2017

Cover Reveal #18 ("A Reaper at the Gates" di Sabaa Tahir)

È una rubrica, a cadenza casuale, in cui vi mostrerò le copertine appena rivelate di tutti quei libri, di futura pubblicazione, che aspetto con più ansia. 

Salve ragazzi! Volevo pubblicare questo post da giorni, ma sono di nuovo in partenza e tra valige, preparativi vari ecc.. fino ad ora non sono riuscita a trovare il tempo per finire di scrivere l'articolo. Ma adesso eccomi qui con questa notiziona fresca, fresca giunta dall'America questo lunedì e diffusa dall'autrice stessa: Sabaa Tahir! Finalmente, dopo mesi e mesi di attesa, sono state rivelate cover, titolo e sinossi del terzo libro della meravigliosa serie scritta da questa bravissima scrittrice, iniziata con "An Ember in the Ashes" (aka "Il dominio del fuoco") e proseguita con "A Torch Against the Night" (libro che in Italia arriverà questo autunno con il titolo "Una fiamma nella notte"). Si tratta di una serie composta da ben quattro libri e i restanti due usciranno rispettivamente nel 2018 e 2019 (purtroppo per quest'anno niente pubblicazioni e non riuscirò mai a darmi pace per questo, sigh). [QUI le varie trame]
Ho già letto e amato entrambi. Amo la storia e l'ambientazione. Il worldbuilding è semplicemente fantastico. Ricco di mistero, magia e tanta azione, in cui si unisce un leggero rimando alla storia antica e all'Impero Romano.

Adesso però veniamo alle news! Il titolo è... "A Reaper at the Gates" (e ho già i miei forti sospetti su quale sia il personaggio a cui fa riferimento tale frase e chi di voi ha letto il secondo libro saprà a cosa mi riferisco!), mentre questa è la cover: 

A REAPER AT THE GATES
An Ember in the Ashes #3 [eng]
Titolo: A Reaper at the Gates
Autore: Sabaa Tahir
Editore: Razorbill
Data di uscita: 10 aprile 2018

Trama: Beyond the Empire and within it, the threat of war looms ever larger. The Blood Shrike, Helene Aquilla, is assailed on all sides. Emperor Marcus, haunted by his past, grows increasingly unstable, while the Commandant capitalizes on his madness to bolster her own power. As Helene searches for a way to hold back the approaching darkness, her sister’s life and the lives of all those in the Empire hang in the balance. Far to the east, Laia of Serra knows the fate of the world lies not in the machinations of the Martial court, but in stopping the Nightbringer. But while hunting for a way to bring him down, Laia faces unexpected threats from those she hoped would aid her, and is drawn into a battle she never thought she’d have to fight. And in the land between the living and the dead, Elias Veturius has given up his freedom to serve as Soul Catcher. But in doing so, he has vowed himself to an ancient power that will stop at nothing to ensure Elias’s devotion—even at the cost of his humanity.

Cosa ve ne pare della cover? Quando l'ho vista sono rimasta di sasso. È stato un piccolo shook scoprirla. L'immagine in sé a me piace molto, però odio il fatto che differisca totalmente dallo stile delle altre due. Il mio primo pensiero infatti è stato: «Ecco, e ora questa “cosa” che ci spiegherà nella mia libreria a fianco degli altri due?! I vari libri allineati faranno a pugni quando li guarderò oppure sembreranno due serie diverse». In occasione del reveal di cover e titolo del terzo la Tahir ha svelato anche le cover delle nuove ristampe dei primi due, che riprendono questa nuova linea [Sotto ve le mostro a confronto]. Sono andata anche a leggere l'intervista dell'autrice in cui spiega la sua scelta di rivoluzionare totalmente lo stile delle cover [QUI], motivo principalmente dovuto al fatto che voleva che risaltassero in primo piano i personaggi, il loro atteggiamento e il colore della loro pelle. Ha inoltre detto che ama la linea dei libri di Assassin's Creed e infatti queste nuove cover si avvicinano a quelle. Capisco pienamente le sue motivazioni, sopratutto quella di voler mostrare una ragazza di colore in prima pagina, però avrei preferito che riservasse questo cambio solo alle ristampe uffa, odio i cambi di stile in corso d'opera, grr..

COVER NUOVE & VECCHIE A CONFRONTO:

lunedì 14 agosto 2017

What's on my Bedside table? # 59 (Awry)

È una rubrica ideata da me, in cui, ogni lunedì, vi mostrerò quale libro si trova sul mio comodino.

Buon pomeriggio a tutti :D. Mentre aspetto che la torta che mia mamma ha appena cucinato sia pronta (gnam! mi lecco già i baffi) voglio parlarvi della mia attuale lettura.


SUL MIO COMODINO C’È... “Awry” di Chelsea Fine, secondo capitolo della trilogia urban fantasy intitolata The Archers of Avalon, conclusa in patria nel 2012. Non è una serie molto conosciuta qui, e da quanto ho capito non credo sia stata tradotta in italiano. Di questa autrice qui da noi, però, è giunto un suo romanzo rosa, “L’amore più giusto è quello sbagliato”, che non conoscevo fino ad ora. [QUI trama del primo, Anew.]

Scheda libro QUI
SONO AL... capitolo 65. Adoro questa serie! L’ho scoperta per puro caso e sono davvero felice di averla iniziata. Ho vinto il primo libro come premio finale di una challenge annuale tenutasi sul blog The road to hell is paved with books ma non lo conoscevo, perciò mi ci sono avvicinata a scatola chiusa. Non voglio rivelarvi troppo della trama perché il bello sta proprio nello scoprire i vari segreti e misteri pagina dopo pagina, ma posso dirvi questo: la protagonista, Scarlet, è una ragazza che soffre di una fortissima amnesia. Due anni prima si è svegliata nella foresta da sola e senza alcun ricordo del suo passato eccetto il suo nome. Lentamente riesce a costruirsi una nuova vita e nuove abitudini, che vengono sconvolte quando conosce Gabriel e poi Tristan Archers, due gemelli che le sembrano stranamente familiari anche se non riesce a spiegarsi il perché. La storia è ricca di mistero, caccia alla verità, esseri immortali, magia e (una delle cose che più ho amato) tanto tiro con l’arco! Il primo libro è piuttosto introduttivo, semplice e carino, ma non molto di più. Anzi, la protagonista, a volte mi è sembrata un po’ ingenua e con poco carattere. Nel secondo però le cose cambiano. La storia si fa più ricca e il passato si fa sempre più chiaro, grazie anche allo sviluppo in parallelo della storia su due linee temporali differenti. Più conoscono i vari personaggi e più mi piacciono, soprattutto Tristan. (Unica pecca è che ho perso il conto ormai delle volte in cui i vari personaggi dicono: “e adesso che facciamo?!”, “abbiamo bisogno di un nuovo piano” ecc.. Snervante.)

È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... la mia ultima lettura è stata “Anew”, il primo della serie, e dopo quel finale adrenalinico (con tanto di cliffhanger) non potevo certo aspettare mesi prima di scoprire come la storia sarebbe continuata J.

Avevate mai sentito parlare di questa serie o di questa autrice? Che ne pensate, vi ho incuriositi almeno un pochino?

giovedì 10 agosto 2017

Recensione: "Novemila giorni e una sola notte" di Jessica Brockmole

Buon pomeriggio, ragazzi! Eccomi di ritorno in Italia e attiva sul blog ;) Sono rientrata martedì e mi sono divertita moltissimo. L'Irlanda è bellissima, anche se decisamente più fredda di quanto immaginassi XD. Oggi però eccomi qui e sono felicissima di potervi dire che... ce l'ho fatta!!! Sono riuscita finalmente a portare a termine una recensione! Come vi avevo detto negli ultimi post, durate i mesi di chiusura non ho scritto niente, e tutte le volte che ne iniziavo una poi non riuscivo mai a concluderla. Beh, oggi non è così, dunque vi lascio, senza ulteriori indugi, al mio pensiero sull'ultimo romanzo che ho letto: "Novemila giorni e una sola notte" di Jessica Brockmole.

Editore: Casa Editrice Nord
Prezzo rilegato: 16,00 €
Prezzo brossura: 6,90 €
Prezzo ebook: 3,99 €
Pagine: 336

Trama: Cara figlia mia, tu non hai segreti, ma io ti ho tenuto nascosta una parte di me. Quella parte si è messa a raschiare il muro della sua prigione. E, nel momento in cui tu sei corsa a incontrare il tuo Paul, ha cominciato a urlare di lasciarla uscire. Avrei dovuto insegnarti come indurire il cuore; avrei dovuto dirti che una lettera non è mai soltanto una lettera. Le parole scritte su una pagina possono segnare l’anima. Se tu solo sapessi...
E invece Margaret non sa. Non sa perché Elspeth, sua madre, si sia sempre rifiutata di rispondere a qualsiasi domanda sul suo passato, limitandosi a mormorare: «Il primo volume della mia vita è esaurito», mentre gli occhi le si velavano di malinconia. Eppure adesso quel passato ha preso la forma di una lettera ingiallita, l’unica che Elspeth ha lasciato alla figlia prima di andarsene da casa, così, improvvisamente, senza neppure una parola d’addio. Una lettera che è l’appassionata dichiarazione d’amore di uno studente americano, David, a una donna di nome Sue. Una lettera che diventa, per Margaret, una sfida e una speranza: attraverso di essa, riuscirà infine a svelare i segreti della vita di sua madre e a ritrovarla?
Come fili invisibili, tirati dalla mano del tempo, le parole di David conducono Margaret sulla selvaggia isola di Skye, nell’umile casa di una giovane poetessa che, venticinque anni prima, aveva deciso di rispondere alla lettera di un ammiratore, dando inizio a una corrispondenza tanto fitta quanto sorprendente. La portano a scoprire una donna ostinata, che ha sempre nutrito la fiamma della sua passione, che non ha mai permesso all’odio di spegnerla. La guidano verso un uomo orgoglioso, che ha sempre seguito la voce del suo cuore, che non si è mai piegato al destino. Le fanno scoprire un amore unico, profondo come l’oceano che divideva Elspeth e David, devastante come la tragedia che incombeva su di loro, eterno come i novemila giorni che sarebbero passati prima del loro incontro...

Il mio pensiero: Eccomi qui alle prese con l’ennesimo tentativo di scrivere una recensione, nella speranza che finalmente questa sia la volta buona e riesca a portarla a termine. Incrociamo le dita!
Avevo questo libro in wishlist da anni e da diversi mesi ormai giaceva indisturbato sulla mensola di camera, a prendere polvere, senza che sentissi la necessita di iniziarlo. Le cose sono cambiate al mio ritorno dall’Irlanda. Avevo voglia di un bel romanzo di narrativa e, spulciando tra i pochi libri che mi sono rimasti in attesa di essere letti, la mia attenzione è stata catturata della bellissima copertina di questo volume. Non ricordavo affatto la trama e l’ho iniziato d’impulso quindi immaginate la mia sorpresa quando mi sono ritrovata a leggere un romanzo storico epistolare e per di più ambientato principalmente in Scozia, un paese ricco di bellissimi paesaggi molto simili a quelli che avevo visitato io stessa giusto pochi giorni prima.
Come definirei questo libro in una parola sola? “Splendido”. L’ho appena terminato e vorrei potermi tuffare nuovamente tra le sue pagine e avere altre lettere da leggere. Ma sono finite e adesso sono qui davanti al pc, con le lacrime agli occhi e il cuore gonfio di emozioni, nel tentativo di districare i miei pensieri e tramutarli per voi in frasi di senso compiuto. Fin dalla prima, breve, lettera composta da un giovane studente universitario di Urbana, Illinois, USA, datata al 5 marzo 1912 e indirizzata ad una poetessa scozzese, per complimentarsi con lei di una sua opera, per me è stato impossibile non rimanere completamente affascinata da ogni singola parola messa nero su bianco. L’intero romanzo è un inno alla vita, all’amore, alla speranza, con lo sguardo rivolto sia al futuro che al passato, o meglio alla sua ricerca e alla scoperta delle proprie origini. Il tutto intrecciato al dolore, all’incertezza e alla paura scaturite dall’incombere prima e dalla presenza poi della guerra, o meglio di entrambe le due guerre mondiali. Un tempo in cui lo spettro della Morte aleggia ovunque, anche in una sperduta isola della Scozia come Skye.
“Novemila giorni e una sola notte” è, come ho già detto, un romanzo epistolare, dunque composto esclusivamente da lettere. I corrispondenti però non sono solo David (lo studente americano) ed Elspeth (la poetessa), ma anche alcuni loro familiari e amici. Un ruolo importante lo assumono poi alcune missive risalenti al 1940. Tali lettere costituiscono una corrispondenza piuttosto variegata che avviene tra varie personaggi, alcuni dei quali già noti, mentre altri sono nuovi, come Margaret. Lettere che ricostruiscono una storia, ma che allo stesso tempo delineano alla perfezione anche innumerevoli paesaggi e ambientazioni, oltre a tratteggiare aspetto e carattere dei personaggi, quasi come se ci trovassimo proprio lì, accanto a colui che sta scrivendo o leggendo la suddetta lettera.
Sono stata completamente cattura dallo stile di questo romanzo. Il linguaggio novecentesco e quell’incantevole modo di esprimersi e di riversare la propria anima su carta, ormai perduto per sempre e impossibile da replicare nelle mail moderne, né tantomeno nei messaggi di WhatsApp , mi hanno totalmente rapita. Ho amato la storia stessa, una poesia fatta di decenni, così intricata e piena di mistero. Ma soprattutto, ad avermi ammaliata maggiormente è stata la presenza delle lettere. Il fatto che tutto si basasse su di esse e che proprio grazie a loro sia stato possibile narrare e ricostruire questa storia. Bellissimo è il significato stesso che esse assumono, ciò che una “lettera” rappresenta di per sé: il timore che essa vada persa nel viaggio; l’attesa di ricevere la prossima missiva; l’aspettativa stessa del contenuto della risposta;  il fatto che quello stesso foglio di carta sia stato tra le mani dell’altra persona e che sia stato scritto di proprio pugno da colui che si trova all’altro capo non di un telefono e di un terminale del computer, bensì di un filo invisibile e impalpabile come l’aria, che è appunto ciò da cui proviene la busta viaggiatrice. 
Una storia d’amore bellissima, che valica i confini del tempo e dello spazio. Un amore nato non da un primo sguardo, da una scintilla di interesse scorta negli occhi dell’altro o da mera attrazione fisica, bensì un amore nato prima dall’anima, puro e incontaminato. Un amore nato gradualmente tra due spiriti affini, che arrivano a conoscere l’altro meglio di se stesso. Un amore nato a dispetto di tutto e quando non doveva.
Questo romando della Brockmole è un vero piccolo gioiello e non posso fare a meno di dirvi: “non lasciatevelo sfuggire!”.

5 "girasoli"

mercoledì 2 agosto 2017

Bookish Thoughts #2 (Il romance e Anna Premoli)

È una rubrica a cadenza casuale, dal nome un po’ banale, ma che racchiude perfettamente ciò di cui parlerò nelle sue puntate, ovvero: pensieri sparsi sul mondo dei libri! 


Buongiorno a tutti, gente! Mentre leggerete queste mie parole io sarò in vacanza in Irlanda (perciò spero vivamente che blogger faccia il suo dovere e pubblichi per bene questo post programmato XD ). La scorsa settimana avevo intenzione di impostare per oggi una recensione su uno degli ultimi libri letti, ma niente. Non c’è stato verso. Ne ho iniziate a scrivere un paio ma non sono riuscita a concludere neanche una. Sigh, ispirazione, tornerai mai?! Dopo aver finito “Un imprevisto chiamato amore” della Premoli, però, ho avuto l’illuminazione! Invece della recensione, perché non parlare dell’autrice in generale e di tutti i suoi fantastici libri?! E quindi eccoci qui con la rubrica Bookish Thoughts, che ho rispolverato per l’occasione e che sicuramente nei prossimi mesi vedrete spesso ;) 

Chi è Anna Premoli? Se seguite il mio blog da anni mi avrete senz’altro sentito parlare di lei, in caso contrario, anche se non avete mai letto un suo libro, sicuramente ne avrete visto almeno uno in libreria o sentito/ letto il suo nome da qualche parte, anche solo di sfuggita.
“Nata nel 1980 in Croazia,  nel 1987 si è trasferita a Milano, dove si è laureata in Economia dei mercati finanziari, presso la Bocconi. Ha lavorato alla J.P. Morgan nell’Asset Management e per un lungo periodo in ambito Private Banking per una banca privata, prima di accettare una nuova sfida nel campo degli investimenti finanziari per una holding di partecipazioni. La scrittura è arrivata per caso, come “metodo antistress” durante la prima gravidanza. Ti prego lasciati odiare è stato il libro fenomeno del 2013: è stato per mesi ai primi posti nella classifica, i diritti cinematografici sono stati opzionati dalla Colorado Film e ha vinto il Premio Bancarella. I suoi romanzi sono tradotti in diversi Paesi.” 
Scrittrice italiana di grande successo, dal 2013 ad oggi ha pubblicato numerosi romanzi con la Newton Compton, tradotti poi in molti altri Paesi. Ecco qua i vari titoli, con relativi link alle schede del libro su goodreads (cliccando sul titolo), ai prezzi e varie edizioni disponibili, oltre che alle mie recensioni quando scritte:


1. “Ti prego lasciati odiare - [la mia recensione QUI ] 5 stelle. Amazon
2.  “Finché amore non ci separi - [la mia recensione QUI] 4 stelle e mezzo. Amazon
 4. “Tutti i difetti che amo di te - [la mia recensione QUI] 4 stelle e mezzo. Amazon
5. “Un giorno perfetto per innamorarsi - [la mia recensione QUI]  5 stelle. Amazon

 
7. “L’importanza di chiamarti amore - [la mia recensione QUI] 4 stelle. Amazon
8. “È solo una storia d’amore. 5 stelle. Amazon.
9. “Un imprevisto chiamato amore. 4 stelle e mezzo. Amazon

Ma per me Anna Premoli è la Regina dei romance! È una delle mie autrici preferite (se non addirittura “la” preferita) di romanzi di questo genere. Ho letto ogni suo singolo libro, tranne, ora che ci penso, “Come inciampare nel principe azzurro”, che dovrò recuperare appena possibile. E ognuno dei sui racconti ha saputo emozionarmi e incantarmi come nessun altro. Sono storie carinissime, ma mai stucchevoli. Frizzanti e piene di ironia, ma soprattutto sempre originali e imprevedibili. (Ovviamente ad essere imprevedibile e sorprendente sarà il “percorso” poiché, in quanto romance e per caratteristica del genere, è ovvio fin dall’inizio che quei due personaggi finiranno insieme, altrimenti che storia d’amore sarebbe?!). Sono storie perfette per quando si è giù di corda o si ha semplicemente bisogno di staccare la spina per un po’. Perfette per fare qualche sana risata o per far palpitare il cuore. Potrei leggerle ogni giorno e non mi verrebbero mai a noia XD. Ognuno dei suoi libri è inoltre adattissimo come lettura per l’estate da portare sotto l’ombrellone, quindi cosa aspettate? Quale periodo migliore di questo per iniziare a leggere uno di questi romanzi?!

I miei preferiti sono “Un imprevisto chiamato amore” ed “È solo una storia d’amore”, due degli ultimi pubblicati, e i vostri?